A Prema Vasam il tuo posto c’è
Nel pomeriggio, finalmente, andiamo a Prema Vasam!
Non ho idea della distanza, ma la strada sembra lunga. Mimmo mi indica punti di riferimento per me impossibili da ritenere e mi sciorina nomi di luoghi tanto lontani dalle nostre sonorità, quasi che a chiamarli arrivino più in fretta. lo sono impaziente e allungo il collo, ma non vedo altro che strade affollate di mezzi e di gente, costruzioni prive di grazia e forse anche di solidità, cumuli di rifiuti e fango. Svoltiamo a destra, a sinistra, andiamo avanti, e c’è una fermata d’autobus che io non riconosco, e un tempio colorato, poi un ‘ultima svolta e un passaggio angusto, nel pantano, e finalmente il cancello e il muro. Scendo dal fuoristrada e cerco intorno qualche cosa di noto. Vedo Ratikha nel portico: io la conosco, conosco la sua storia, ma lei non può saperlo, mi guarda vacua ed entra in una stanza. Poi vedo Indra. Viene verso di me sulla sua sedia a rotelle, e aumenta un po’ la spinta quando la chiamo per nome. E’ vestita di verde e di sorriso, mi accoglie con un gesto ampio delle mani mentre io mi faccio coraggio e butto giù la mia prima frase in inglese. Le dico, provo a dirle, che la conosco dalle fotografie e che sono felice di conoscerla. Poi interviene Mimmo, mi presenta, mi porta a vedere tutta la casa, mi fa portare un tè.
Il resto del pomeriggio è una continua esplorazione, fino a che mi rifugio nella stanza di Indra e, con l’aiuto di un vocabolario, cerco di comunicare. Torniamo al DGRC per cena e al momento di coricarsi non riesco a dormire; allora accendo la luce e, quasi con urgenza, mi metto a scrivere.
Prema Vasam è davvero un luogo “altro”. Qui l’handicap non è un ostacolo, ma un’occasione per fare cose abituali in modo nuovo. A Prema Vasam nessuno dei cosiddetti “normodotati” prova sollievo per il fatto di esserlo; al contrario, ognuno viene incoraggiato a fare ciò che può come può, i tempi si dilatano, i gesti trovano nuovi percorsi, perché quel che conta, qui, è il risultato finale e non il premio di produttività. C’è, avverto che c’è, alla base di questo atteggiamento, un tale rispetto della dignità del singolo, una tale ricerca del meraviglioso nella differenza e una voglia di condividere ciò che si è, da rovesciare ogni pregiudizio. Questo permette la speranza nel futuro e certo fa vivere meglio. l ragazzi con handicap vengono seguiti e curati non solo con competenza, ma anche con amore, come se fossero tutti di prima scelta, in un’accettazione senza remore del loro essere.
Perché qui l’accoglienza sembra davvero la regola di vita, e non importa se sei un ospite che viene da un altro continente o un compagno di viaggio più sfortunato: a Prema Vasam, comunque, il tuo posto c’è.
Viviana Zanella – Associazione Cotronix onlus – Roma