Cena solidale per la clinica Mais onlus in Swaziland
Stasera, venerdì 12 dicembre, alle ore 20, Mais onlus invita a cena a Castel Gandolfo presso il Ristorante La Perla del Lago per sostenere la clinica Mais onlus in Swaziland, che
- fornisce cure mediche generali e assistenza infermieristica in forma gratuita a 20mila persone
- garantisce prevenzione, diagnosi e cura dell’hiv/Aids
- offre assistenza alle donne durante la gravidanza e nei mesi successivi al parto.
L’offerta minima è di 40 euro (15 euro per i bambini).
Dal sito dell’associazione Mais
Lo Swaziland è il più piccolo stato dell’Africa australe e una delle ultime monarchie assolute del mondo. Il re Mswati III si è procurato severe critiche a causa del lussuoso tenore di vita a fronte di una popolazione che a stento arriva alla fine della giornata. Il paese ha molti primati negativi, dal tasso di mortalità più alto del mondo alla percentuale più alta di sieropositivi. Se fino agli anni ’90 lo Swaziland godeva di un discreto sviluppo, la diffusione dell’Hiv e l’emergenza sanitaria che è seguita hanno fatto precipitare la situazione economica del paese. Oggi circa il 30% della popolazione adulta è sieropositiva e si stima che un quarto della popolazione è deceduto a causa dell’AIDS. L’aspettativa di vita che negli anni ’90 arrivava a 60 anni oggi è precipitata in basso quasi dimezzandosi.
L’AIDS ha colpito in particolare la popolazione economicamente attiva. L’alto numero di contadini malati o morti a causa dell’epidemia ha condannato alla miseria le famiglie che non possono più contare sull’unico reddito che garantiva la sopravvivenza. Anche la struttura familiare tradizionale è stata stravolta. L’AIDS ha causato un alto numero di orfani. Un bambino su tre rimane orfano almeno di un genitore mentre l’altro è disoccupato o ammalato di AIDS. La tradizione tutta africana della famiglia allargata e le reti di mutuo aiuto nelle comunità hanno costituito fino a pochi anni fa una barriera importante contro l’abbandono dei minori ma è un sistema che si va oramai sgretolando con l’avanzare dell’epidemia e dell’estrema povertà.
I motivi di una tale diffusione dell’HIV/AIDS sono da rintracciare in particolare in alcune usanze tradizionali, come la poligamia, e nel forte stigma sociale verso la malattia che impedisce di sottoporsi al test impedendo in definitiva un’efficace prevenzione.
Con la disoccupazione al 40%, la povertà che tocca il 70% della popolazione e la crisi alimentare, il futuro dello Swaziland è a rischio. La siccità e le crisi alimentari aggravano la situazione: più di un terzo dei bambini è malnutrito. Le strutture scolastiche sono fatiscenti e malsane. I bambini devono percorrere molti chilometri per raggiungere le scuole e questo diventa causa di un alto tasso di abbandono scolastico. Un bambino su quattro non è mai andato a scuola.
L’intervento del Mais onlus è iniziato nel 2004 e ha individuato la scuola come punto da cui partire. Il primo obiettivo è stato di garantire l’istruzione a bambini indigenti o orfani e di ristrutturare l’edificio scolastico che frequentavano. Il Mais onlus ha promosso con il Progetto Mahamba una seconda fase del suo intervento nello Swaziland. Per sostenere e promuovere lo sviluppo socio-sanitario della comunità di Mahamba, l’area più povera del paese dove vivono circa 20.000 persone, sono state costruite la casa famiglia per bambini orfani e indigenti e la clinica. La clinica garantisce servizi medici di base e la possibilità di sottoporsi gratuitamente al test per l’HIV.