Cosa succede nei centri del Faggio Vallombrosano
Cari sostenitori,
E’ un momento estremamente difficile per le nostre comunità, di colpo fragili e insicure: ci siamo scoperti meno invincibili di quanto pensavamo.
Eventi imprevedibili, improvvisamente, hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, non possiamo socializzare o frequentare i nostri affetti, amici, colleghi.
Vi siamo vicini in questo momento, e ancora una volta vi ringraziamo per quello che avete fatto, e per quello che con coraggio continuate a fare, per aiutare degli innocenti a non morire. E’ però anche il momento di riflettere, perché le comunità che aiutate (in Africa e in India) in questo momento sono fragili e insicure proprio come noi, ma lo sono sempre e tutti i giorni. Spesso si muore per una semplice tosse. Il cibo scarseggia sempre e solo grazie al sostegno a distanza in alcune scuole è garantito.
Nella comunità di Kangandala in Angola, un villaggio-baraccopoli di 30.000 persone, le persone si sono spostate in massa nella foresta e si sono sparpagliate nei campi, portandosi dietro solo l’indispensabile. Il sistema sanitario è inesistente. C’è solo da immaginare cosa succederà dopo.
In India le scuole sono chiuse, è fatto divieto di uscire di casa e non ci sono le consegne a domicilio… La situazione diventerà gravissima se dovesse spargersi il virus nei quartieri poveri, difficilmente le cure sanitarie (e i dati epidemiologici) saranno accurati come i nostri. Di conseguenza, non sapremo mai con certezza quante morti ci saranno state.
Nonostante questo, le suore e i bambini dei centri stanno pregando quotidianamente per noi, e ci chiamano al telefono per sapere come state.
Grazie, grazie di cuore per quello che fate anche in momenti drammatici come questi.
Andrà tutto bene.