Dalle macerie di un conflitto alla rinascita: la Piana di Ninive torna a vivere – un ponte per…
In Iraq, la furia di Daesh che occupò la Piana di Ninive nel 2014 ha causato la fuga di 965.000 iracheni/e.
Dal 2017, le persone che abitavano quelle città occupate, hanno iniziato a fare ritorno. Per molti/e è stato un ritorno nelle macerie: abitazioni saccheggiate, scritte di morte, trappole esplosive, scuole ed edifici pubblici distrutti.
Amina ricorda tutto di quella sera d’estate in cui Daesh occupò la sua città. Ha 24 anni e ha sofferto a lungo di depressione, ansia e insonnia. Suo marito, dopo la liberazione, fu accusato ingiustamente di affiliazione a Daesh. E per questo arrestato.
A Bashiqa, dove prima dell’occupazione di Daesh abitavano circa 117.000 persone, migliaia sono le donne ad aver bisogno di sostegno psicologico. Ma anche di accesso alla salute riproduttiva: il centro di salute materna che c’era in città è stato distrutto dai miliziani di Daesh.
Qui siamo intervenuti con un poliambulatorio e con 3 Centri di salute primaria per garantire alle donne servizi sulla salute mentale, su violenza di genere e salute riproduttiva.
E qui Amina si è rivolta per chiedere supporto psicologico. Il nostro centro a Bashiqa è diventato un punto di riferimento per le donne e le ragazze della zona, qualsiasi sia la loro comunità d’appartenenza. I servizi sono stati garantiti anche durante l’emergenza Covid-19.
Solo grazie ai nostri sostenitori e sostenitrici che hanno donato per supportare il nostro intervento in Iraq, siamo riusciti a non sospendere i servizi essenziali che altrimenti sarebbero stati interrotti tra una fase progettuale e quella seguente. Anche durante quei mesi, abbiamo garantito l’accesso a visite ginecologiche e le terapie di supporto mentale ad oltre 200 persone (di cui 95% donne), continuando anche con la somministrazione gratuita dei farmaci. Senza pause.
Il nostro intervento per la popolazione di Ninive non si è fermato a Bashiqa. A Mosul e Hamdaniya abbiamo allestito 3 Centri di salute primaria (PHCCs) con attrezzature mediche e materiali monouso. Nonostante le molte difficoltà, abbiamo coronato poi un nostro sogno: abbiamo rimesso in piedi ed equipaggiato l’Ospedale Generale di Mosul ovest.
Lo staff di Un Ponte Per è sul campo in queste città devastate e sventrate dall’occupazione di Daesh per fornire cure mediche, salute riproduttiva e supporto psicosociale a chiunque ne abbia bisogno.