Libano: riaperti i centri educativi per bambini/e palestinesi da un ponte per…
Pochi giorni fa abbiamo concluso uno dei nostri interventi (in Libano) per mettere in sicurezza e riaprire finalmente i Centri educativi del nostro partner Assumoud. È dal 1997 che sosteniamo questi Centri, presenti nei campi dove vivono migliaia di palestinesi.
È stato possibile riaprirli, mettendoli in sicurezza e distribuendo materiali per la prevenzione alle famiglie in ognuno degli 8 campi profughi. Infatti, abbiamo distribuito e predisposto:
- 1260 kit igienici ai bambini e alle bambine che frequentano i Centri. Ogni kit contiene sapone per le mani, shampoo, sapone per lavare i piatti, detersivi per lavare i vestiti, detergenti, dispositivi di protezione e mascherine riutilizzabili.
- 145 visiere in plastica trasparente alle insegnanti e alle operatrici dei Centri, per comunicare più facilmente con gli/le allievi/e.
- 130 barriere in plastica fissate sui banchi nelle aule dei Centri, per permettere ai/lle minori di poter rispettare il distanziamento e studiare in sicurezza.
- gel disinfettanti in ogni Centro Assumoud presente in tutti e 8 i campi profughi
Il distanziamento sociale e il rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie sono regole quasi sempre impossibili da rispettare in un campo profughi. Mettere in sicurezza i Centri educativi nei campi significa prevenire la dispersione scolastica, dando ai/alle minori la possibilità di continuare a studiare.
In Libano è raddoppiato il lavoro minorile da quando sono stati chiusi i centri e le scuole delle ong. Per questo è importante averli riaperti. In questi Centri i/le bambini/e ricevono supporto scolastico prima di tutto, ma non solo. Anche sostegno psicologico attività ludiche e di educazione alla pace.
Questi Centri, a causa della pandemia, sono rimasti chiusi per quasi un anno.
Un Centro chiuso o aperto rappresenta una bella differenza, specialmente in un campo profughi, specialmente durante un lockdown.
Oggi possono di nuovo accogliere le bambine e i bambini nel rispetto delle regole e del distanziamento. I/le minori potranno tornare a studiare nelle classi di sostegno e di recupero, recuperando le difficoltà accumulate in mesi di didattica a distanza. Non è banale ricordare che nei campi profughi la connessione internet manca del tutto o è molto spesso instabile.
Il Libano è strangolato da una crisi economico/monetaria senza precedenti e sta ancora raccogliendo le macerie dell’enorme esplosione di agosto. Macerie fisiche ma molto spesso anche psicologiche: sono moltissime infatti le persone che hanno paura e vorrebbero lasciare il Paese. Le persone nei campi profughi che sosteniamo sono le ultime nella scala sociale. Manca l’acqua potabile, l’elettricità, un sistema fognario che possa dirsi tale. Quando i soldi non bastano mai e a fatica si riesce a comprare cibo da mettere in tavola, ogni ulteriore extra può diventare “un lusso” da cancellare.
Come sempre in queste situazioni sono i/le più piccoli/e a scontare le privazioni più forti.
Noi di Un Ponte Per rimaniamo al loro fianco. Neanche una pandemia mondiale ci ha fatto cambiare idea:
bambini/e, ovunque nascano, sono figli dello stesso mondo.
E meritano sempre uguali diritti e possibilità.