Rwanda 1994-2014. A 20 anni dal genocidio
L’associazione Progetto Rwanda invita all’incontro che si terrà martedì prossimo, 15 aprile, alle 15, presso l’Università Roma Tre, Dipartimento di Scienze Politiche, in via G. Chiabrera 199, Sala del Consiglio, 4° piano.
Il 6 aprile 1994 con l’abbattimento dell’aereo del Presidente rwandese Juvénal Habyarimana, iniziò quello che solo tardivamente fu definito come genocidio. Poche ore dopo l’attentato i genocidari cominciarono a “lavorare” per eliminare i nemici della nazione, circa un milione di rwandesi tutsi, ma anche hutu moderati, furono brutalmente uccisi. In cento giorni massacrarono coloro che erano identificati sulla base di un “ideale fisico”, retaggio della colonizzazione, ma soprattutto dalle carte di identità che menzionavano ‘appartenenza “etnica”. La realtà del genocidio dei rwandesi tutsi non può essere compresa se non ci si misura con la forza dei pregiudizi sull’Africa, pregiudizi alimentati dal fantasma ostinato di una violenza africana primitiva, mal controllata, sempre pronta ad esplodere. Alcune visioni hanno imputato alla fatalità del “ tribalismo” i massacri, certi che gli odi etnici, ancestrali, irrimediabili siano ragione delle violenze più nefaste. Ma gli studi hanno confermato che questa violenza genocidaria è stata attentamente preparata secondo un piano ben orchestrato e un’ideologia chiaramente razzista, incorporata nella storia politica della nazione rwandese che nulla ha di atavico, tanto meno di tribale. Nel 1994 la comunità internazionale ha assistito inerme, intervendendo in grave ritardo.
Ma cosa è accaduto nei 20 anni successivi in questo paese? Come si gestiscono i morti, la memoria e i sopravvissuti?
Ne discuteranno insieme:
- Francesco Guida, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche
- Michela Fusaschi, antropologa, Università Roma Tre
- Renato Moro, storico della pace, Università Roma Tre
- Ilaria Buscaglia, antropologa, Centre for Gender, Culture and Development, Kigali Rwanda
- Alessandro Volterra, storico dell’Africa, Università Roma Tre
- Léonie Uwanyampatsi, sopravvissuta, Famiglia Igihozo onlus
- Francesco Pompeo, antropologo, Università Roma Tre
- Diana Partini, Progetto Rwanda onlus Roma
- Luc Bucyana, sopravvissuto, sociologo, Unatek Kibungo