Redazione 25 Gennaio 2018 In primo piano

“Sostegno a distanza e cooperazione” da Redattore Sociale e Vita

In occasione della conferenza sulla Cooperazione che si apre domani a Roma Forum SaD e La Gabbianella lanciano un appello: “Portare a termine la riforma della cooperazione, includendo soggetti che fanno sostegno a distanza”

ROMA – La riforma della cooperazione allo sviluppo deve essere attuata fino in fondo, includendo nelle politiche e nei programmi governativi i soggetti innovativi fra cui quelli di sostegno a distanza. È questo il messaggio che ForumSaD e La Gabbianella, le reti del settore, portano alla Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, che si apre domani a Roma. Indetta dal ministero degli Esteri e prevista dalla legge 125/14 per “favorire la partecipazione dei cittadini nella definizione delle politiche di cooperazione allo sviluppo”, la conferenza durerà fino a giovedì 25.

Il messaggio delle due organizzazioni è condiviso, oltre che dalle associazioni di Sostegno a Distanza anche da piccole onlus di solidarietà internazionale, dalle diaspore e da altri soggetti che attualmente non sono riconosciuti parte della cooperazione allo sviluppo, anche se coinvolgono milioni di italiani. Alla Conferenza verrà presentata una lettera aperta, sottoscritta oltre che da 200 associazioni anche dalla Consulta Internazionale del Forum del Terzo Settore e da altre reti come Focsiv e Vim, perché le istituzioni e la politica si facciano carico di attuare quella cooperazione di sistema prevista dalla legge, l’unica capace di portare dei veri cambiamenti a livello globale. In Italia sono più di un migliaio le organizzazioni, formali e non, che promuovono il sostegno a distanza. Crediamo che la Conferenza sia una occasione da non perdere per avviare una nuova forma di cooperazione internazionale che tenga conto anche dell’impegno delle associazioni di cittadini.

Nella lettera aperta le organizzazioni di sostegno a distanza, a nome di 2.000.000 di cittadini sostenitori, chiedono di proseguire nell’attuazione della legge di riforma della cooperazione allo sviluppo includendo nelle politiche e nei programmi governativi gli interventi “innovativi” tra cui quelli di sostegno a distanza. Il Sostegno a Distanza indica una riforma ancora incompiuta. La legge 125/2014 ha segnato l’apertura del sistema italiano della cooperazione allo sviluppo al contributo di tutti i soggetti di cooperazione e solidarietà internazionale pubblici, privati, profit, no profit – scrivono le organizzazioni -. Nei fatti, durante i primi tre anni, questa dinamica di apertura è risultata talora rapida eincisiva, talora monca e lenta, penalizzando in particolare le organizzazioni dedite al sostegno a distanza (SaD). Queste infatti non vengono riconosciute come soggetti a pieno titolo nel sistema italiano di cooperazione internazionale. Diverse associazioni SaD hanno scontato l’esclusione dall’Elenco dell’Agenzia con la motivazione che il SaD è strumento di mera raccolta fondi e non una forma, partecipata e civica, di cooperazione allo sviluppo”. Le organizzazioni ricordano, inoltre, che se sul piano legislativo, il sostegno a distanza non appare esplicitamente all’interno della legge 125/2014, esistono tuttavia atti parlamentari (Camera dei Deputati, XVII legislatura, allegato A seduta del 17.07.2014, n° 266) in cui viene chiesto il riconoscimento delle associazioni dedite al Sostegno a Distanza come soggetti di Cooperazione Internazionale.

“Il riconoscimento del sostegno a distanza quale forma di cooperazione internazionale e di solidarietà umana finalizzata allo sviluppo della persona, specialmente di bambini e di giovani in condizioni di rischio povertà ed emarginazione è riconosciuto dalle Linee-Guida del Ministero del Lavoro – scrivono – c’è poi la testimonianza del viceministro degli Affari Esteri, Mario Giro, che chiama il sostegno a distanza simbolo e testimone di chi fa e riceve cooperazione internazionale”. Infine, tra i riconoscimenti c’è anche la nomina del ForumSaD a membro del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo. “Appare evidente una dicotomia da colmare fra realtà, affermazioni, riconoscimenti, legge – conclude la lettera -. Il sostegno a distanza è cooperazione internazionale. Se cooperazione significa “operare insieme per realizzare un obiettivo comune”, il sostegno a distanza è una delle stelle del firmamento della cooperazione internazionale, dotata di una sua originalità e specificità”. Nella prassi, gli Enti di Terzo Settore che praticano come specifico operativo il Sostegno a Distanza, spiegano le organizzazioni,“non si limitano a promuovere la scolarizzazione e l’inserimento sociale di bambine e bambini, ma vanno ben oltre questo, accompagnandoli nel mondo del lavoro, affiancando pure le loro famiglie, nonché le organizzazioni della società civile locale che supportano la crescita di questi minori e famiglie in difficoltà, dialogano e collaborano con gli Enti Locali e con le Comunità,per rispondere puntualmente alle loro progettualità; elaborano quindi e realizzano con le Organizzazioni della Società Civile locale dei veri e propri programmi e progetti classici della cooperazione internazionale”.

I numeri del “sostegno a distanza” in Italia. In Italia sono migliaia le realtà che propongono e praticano il sostegno a distanza, dalle micro associazioni che sostengono l’opera del missionario o della missionaria del paese o del quartiere, alle macro associazioni a dimensione nazionale, italiane o diramazioni di ong estere. Il tutto numericamente quantificabile in 2 milioni di cittadini italiani che “sostengono a distanza”, per un giro monetario di 600 milioni di euro/anno, pari a 300 €/anno/donatore (25€/mese). Le associazioni SaD sono pure presenti con attività di “Educazione alla Cittadinanza Globale” sia sui social media, che presso  le scuole, dall’Infanzia all’Università. Una vivace rete presente in tutte le Regioni italiane che offre e stimola: educazione, formazione, sensibilizzazione, partecipazione. Per massimizzare l’etica e la prassi del SaD la ex Agenzia del Terzo Settore, coinvolgendo le associazioni del settore, ha realizzato le Linee Guida del Sostegno a Distanza a cui aderiscono centinaia di organizzazioni, oggi gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.Su proposta del professor Stefano Zamagni, è in fase di studio la “Metrica di misurazione dell’impatto sociale del Sostegno a Distanza”. In occasione della Conferenza Pubblica Nazionale sulla Cooperazione allo Sviluppo, le organizzazioni chiedono dunque il “pieno riconoscimento e inserimento del sostegno a distanza nelle politiche e nei programmi governativi della Cooperazione Internazionale; la realizzazione di un monitoraggio sulle organizzazioni SaD e l’inserimento nella banca dati OPENaid degli interventi SaD; l’incentivazione degli interventi SaD nei bandi attraverso premialità e valorizzazione del capitale sociale di tipo bridging”.

da Redattore Sociale 23 gennaio 2018

 

Lettera aperta di ForumSaD e La Gabbianella alla Conferenza nazionale, sottoscritta da 200 associazioni e dalla Consulta internazionale del Forum del Terzo Settore e da altre reti quali Focsiv e Vim. Le organizzazioni che si occupano di SaD si sentono penalizzate dalla riforma che le ha relegate a strumento di mera raccolta fondi

La riforma della cooperazione allo sviluppo deve essere attuata fino in fondo, includendo nelle politiche e nei programmi governativi i soggetti innovativi fra cui quelli di Sostegno a Distanza. È questo il messaggio che ForumSaD e La Gabbianella, le reti del settore, porteranno il 24 e 25 gennaio alla Conferenza nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, indetta dal ministero degli Esteri e prevista dalla legge 125/14 per “favorire la partecipazione dei cittadini nella definizione delle politiche di cooperazione allo sviluppo”. Un messaggio, quello della lettera aperta scritta anche a nome di 2 milioni di cittadini sottoscrittori, che è condiviso, oltre che dalle associazioni di Sostegno a Distanza anche da piccole onlus di solidarietà internazionale, dalle diaspore e da altri soggetti che attualmente non sono riconosciuti parte della cooperazione allo sviluppo, anche se coinvolgono milioni di italiani.
Alla Conferenza nazionale sarà presentata questa lettera aperta, sottoscritta da 200 associazioni ma anche dalla Consulta Internazionale del Forum del Terzo Settore e da altre reti come Focsiv e Vim, perché le istituzioni e la politica si facciano carico di attuare quella cooperazione di sistema prevista dalla legge, l’unica capace di portare dei veri cambiamenti a livello globale.

Il problema è – come ricorda la lettera –che la riforma della cooperazione ha di fatto penalizzato “le organizzazioni dedite al Sostegno a Distanza (SaD). Queste infatti non vengono riconosciute come soggetti a pieno titolo nel sistema italiano di cooperazione internazionale. Diverse associazioni SaD hanno scontato l’esclusione dall’Elenco dell’Agenzia con la motivazione che il SaD è strumento di mera raccolta fondi e non una forma, partecipata e civica, di cooperazione allo sviluppo”. Ma continua la lettera aperta se cooperazione significa «“operare insieme per realizzare un obiettivo comune”, il Sostegno a Distanza è una delle stelle del firmamento della cooperazione internazionale, dotata di una sua originalità e specificità». In Italia sono più di un migliaio le organizzazioni, formali e non, che promuovono il sostegno a distanza.

Nella lettera aperta, inoltre si ricorda lo spessore dell’universo SaD che va dalle micro associazioni che sostengono l’opera del missionario o della missionaria del paese o del quartiere, alle macro associazioni a dimensione nazionale, italiane o diramazioni di Ong estere e si quantifica il tutto in «2 milioni di cittadini italiani che “sostengono a distanza”, per un giro monetario di 600 milioni di euro/anno, pari a 300 €/anno/donatore (25€/mese)».

In occasione della conferenza nazionale quindi le organizzazioni di Sostegno a Distanza colgono l’opportunità oltre che di presentare una lettera aperta anche di indicare alcune prospettive specifiche al proprio settore di cooperazione internazionale come il “pieno riconoscimento e inserimento del Sostegno a Distanza nelle politiche e nei programmi governativi della Cooperazione Internazionale”; ma anche la “realizzazione di un monitoraggio sulle organizzazioni SaD e l’inserimento nella banca dati OPENaid degli interventi SaD”; infine propongono di incentivare gli interventi SaD nei bandi “attraverso premialità e valorizzazione del capitale sociale di tipo bridging”.

La convinzione dei presentatori del documento è che la Conferenza “sia un’occasione da non perdere per avviare una nuova forma di cooperazione internazionale che tenga conto anche dell’impegno delle associazioni di cittadini”.

da VITA 23 gennaio 2018