Il Sostegno a Distanza è parte della cooperazione allo sviluppo
Lettera aperta di ForumSaD e La Gabbianella alla Conferenza nazionale, sottoscritta da 200 associazioni e dalla Consulta internazionale del Forum del Terzo Settore e da altre reti quali Focsiv e Vim. Le organizzazioni che si occupano di SaD si sentono penalizzate dalla riforma che le ha relegate a strumento di mera raccolta fondi
La riforma della cooperazione allo sviluppo deve essere attuata fino in fondo, includendo nelle politiche e nei programmi governativi i soggetti innovativi fra cui quelli di Sostegno a Distanza. È questo il messaggio che ForumSaD e La Gabbianella, le reti del settore, porteranno il 24 e 25 gennaio alla Conferenza nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, indetta dal ministero degli Esteri e prevista dalla legge 125/14 per “favorire la partecipazione dei cittadini nella definizione delle politiche di cooperazione allo sviluppo”. Un messaggio, quello della lettera aperta scritta anche a nome di 2 milioni di cittadini sottoscrittori, che è condiviso, oltre che dalle associazioni di Sostegno a Distanza anche da piccole onlus di solidarietà internazionale, dalle diaspore e da altri soggetti che attualmente non sono riconosciuti parte della cooperazione allo sviluppo, anche se coinvolgono milioni di italiani.
Alla Conferenza nazionale sarà presentata questa lettera aperta, sottoscritta da 200 associazioni ma anche dalla Consulta Internazionale del Forum del Terzo Settore e da altre reti come Focsiv e Vim, perché le istituzioni e la politica si facciano carico di attuare quella cooperazione di sistema prevista dalla legge, l’unica capace di portare dei veri cambiamenti a livello globale.
Il problema è – come ricorda la lettera –che la riforma della cooperazione ha di fatto penalizzato “le organizzazioni dedite al Sostegno a Distanza (SaD). Queste infatti non vengono riconosciute come soggetti a pieno titolo nel sistema italiano di cooperazione internazionale. Diverse associazioni SaD hanno scontato l’esclusione dall’Elenco dell’Agenzia con la motivazione che il SaD è strumento di mera raccolta fondi e non una forma, partecipata e civica, di cooperazione allo sviluppo”. Ma continua la lettera aperta se cooperazione significa «“operare insieme per realizzare un obiettivo comune”, il Sostegno a Distanza è una delle stelle del firmamento della cooperazione internazionale, dotata di una sua originalità e specificità». In Italia sono più di un migliaio le organizzazioni, formali e non, che promuovono il sostegno a distanza.
Nella lettera aperta, inoltre si ricorda lo spessore dell’universo SaD che va dalle micro associazioni che sostengono l’opera del missionario o della missionaria del paese o del quartiere, alle macro associazioni a dimensione nazionale, italiane o diramazioni di Ong estere e si quantifica il tutto in «2 milioni di cittadini italiani che “sostengono a distanza”, per un giro monetario di 600 milioni di euro/anno, pari a 300 €/anno/donatore (25€/mese)».
In occasione della conferenza nazionale quindi le organizzazioni di Sostegno a Distanza colgono l’opportunità oltre che di presentare una lettera aperta anche di indicare alcune prospettive specifiche al proprio settore di cooperazione internazionale come il “pieno riconoscimento e inserimento del Sostegno a Distanza nelle politiche e nei programmi governativi della Cooperazione Internazionale”; ma anche la “realizzazione di un monitoraggio sulle organizzazioni SaD e l’inserimento nella banca dati OPENaid degli interventi SaD”; infine propongono di incentivare gli interventi SaD nei bandi “attraverso premialità e valorizzazione del capitale sociale di tipo bridging”.
La convinzione dei presentatori del documento è che la Conferenza “sia un’occasione da non perdere per avviare una nuova forma di cooperazione internazionale che tenga conto anche dell’impegno delle associazioni di cittadini”.
da VITA 23 gennaio 2018