#sosteniamoilfuturo: l’esperienza dei ragazzi di Good Samaritan
Condividiamo volentieri la lettera scritta da Domenico, Eleonora, Francesca, Chiara, Lara, Valeria e Asia, i ragazzi del gruppo di “Sosteniamo e Condividiamo il Futuro” coordinati da Good Samaritan. Il testo è stato pubblicato su Good News, la rivista digitale della stessa associazione di Tradate.
Alla domanda “chi vuole partecipare al progetto?” abbiamo alzato timidamente la mano. Non sapevamo cosa ci aspettasse e cominciava a nascere l’ansia di dover parlare l’inglese, di sapere come fare un raccolta fondi: era tutto un punto di domanda. Dopo le prime titubanze, però, abbiamo risposto positivamente alla proposta cercando di coinvolgere anche altri nostri compagni, trovandoci a formare un gruppo di sette ragazzi. L’ansia è svanita durante il primo incontro in cui ci è stato spiegato nel dettaglio il progetto da Giuliana, presidente di Good Samaritan e da Susanna, responsabile di questo progetto per l’associazione: avevamo quindi più chiare le attività, gli obiettivi e le tempistiche.
La Gabbianella Onlus, associazione di coordinamento per il sostegno a distanza (Roma) ha messo a disposizione due borse di studio da destinare a due beneficiari di cinque associazioni italiane che si occupano di cooperazione internazionale. Good Samaritan è una delle cinque associazioni e ha scelto il nostro Istituto superiore Marie Curie di Tradate per sviluppare il progetto. Ci siamo subito messi all’opera, come prima cosa dovevamo scegliere a chi destinare le borse di studio. Ci è quindi venuta in aiuto Luciana Zambon, responsabile del sostegno a distanza per Good Samaritan, e con lei abbiamo individuato due ragazze ugandesi che stanno frequentando le Vocation School (scuole tecniche superiori). Le due ragazze, dopo qualche settimana, ci hanno scritto una lettera nella quale si sono presentate e ci hanno raccontato la loro vita quotidiana ma, vogliosi di approfondire con loro alcuni aspetti, abbiamo pensato di chiamarle via skype.
Al di là della lingua, è stato molto bello vedere Paska e Dorothy e parlare con loro anche se eravamo in imbarazzo, perché non sapevamo bene cosa dire e da dove partire. Vinta la timidezza, abbiamo iniziato a raccontare le nostre attività di raccolta fondi e della sensibilizzazione che stiamo facendo nelle classi del nostro istituto, per dare loro un aiuto. È stato fondamentale vederle coi nostri occhi e parlare con loro perché, mentre prima il progetto era nebuloso e le ragazze vivevano in un immaginario lontano, in quel momento è diventato tutto reale, tangibile: un progetto che si concretizzava. Ci è piaciuto quando hanno espresso il desiderio di voler andare a scuola, questo ci ha fatto capire come per noi frequentare le lezioni sia ormai una noia e una routine dalla quale non si può scappare, per loro è un privilegio e un’opportunità davvero importante. Loro hanno poco e apprezzano quello che hanno, lo studio a loro cambia la vita, è valorizzato e non è scontato, noi invece spesso lo disprezziamo. Studiare è un dono e per questo ci sentiamo utili e importanti a garantire a loro una possibilità di crescere professionalmente.
La soddisfazione è proseguita nel momento in cui abbiamo visto i risultati della raccolta fondi. Pomeriggi spesi a impastare e preparare dolci sono valsi la pena, perché la vendita di questi dolci a diverse manifestazioni ci ha permesso di raccogliere fondi per sostenere Paska e Dorothy e sentirsi ringraziare dalle ragazze è stato davvero emozionante. All’inizio avevamo la paura di non riuscire a coinvolgere le persone per raggiungere l’obiettivo e invece siamo contentissimi di aver raccolto tanti soldi, per permettere alle ragazze di continuare gli studi. Alla prima vendita di torte eravamo talmente entusiasti che raccontavamo a chiunque quello che siamo riusciti a raccogliere: è stata anche una bella giornata per stare insieme.
Il gruppo che si è creato è davvero molto affiatato, col tempo abbiamo legato e instaurato bei rapporti di amicizia, non solo di collaborazione: ci sentiamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda, abbiamo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi ed è bello trovarsi insieme per condividere le nostre idee e valorizzare le nostre capacità.
Aiutare due ragazze nel loro percorso di studi e attivarsi nella ricerca dei fondi ci ha permesso di fare nuove esperienze e di sperimentare le difficoltà di coinvolgere le persone nei progetti umanitari. Questo progetto ha stimolato in noi la voglia di fare, di impegnarsi, abbiamo notato che davanti a proposte di questo tipo ora siamo più inclini a dire subito di sì, di voler fare la nostra parte, perché quello che rimane è tantissimo: un bagaglio che si riempie sempre di più, anche quando pensi di dare poco. Fare volontariato impegna tempo e fatica, ma è una grande soddisfazione perché è sicuramente un’esperienza che aiuta a crescere. Ma non solo, facendo volontariato viene anche la voglia di raccontare e condividere con gli altri le proprie motivazioni, le fatiche e le gioie di questa esperienza particolare.
Ascoltando le parole di Paska e Dorothy abbiamo capito una cosa davvero importante: è necessario far crescere le ragazze nel loro paese, in modo che possano sviluppare capacità e competenze da mettere a servizio della loro comunità. Per le ragazze ugandesi è fondamentale formarsi professionalmente sia perché le possibilità per farlo ci sono realmente, sia perché possano costruire il loro futuro nella loro terra. Tanti sono gli obiettivi che ci siamo posti. Prima di tutto vogliamo continuare la raccolta dei fondi e implementare gli incontri con le classi del nostro istituto, per raccontare la nostra esperienza e sensibilizzare i nostri compagni sul tema del sostegno a distanza. A gennaio La Gabbianella organizzerà un convegno al quale parteciperemo e potremo raccontare il percorso del progetto. Sul sito di Good Samaritan potete leggere le nostre presentazioni e motivazioni, ma anche seguire le attività grazie al diario di bordo che redigiamo alla fine di ogni incontro!
Domenico, Eleonora, Francesca, Chiara, Lara, Valeria e Asia