una storia da mancikalalu
Oggi vogliamo parlarvi di Carlo Pinton : un nostro caro amico e sostenitore che vive a New Delhi da tanti anni con sua moglie e con la sua bellissima bambina.
Senza il prezioso aiuto di Carlo e di sua moglie Yuliya non avremo mai conosciuto e incontrato il Children Of The World di Delhi, che oggi come tutta l’India, si trova ad affrontare un drammatico momento che speriamo passi presto. Carlo e Yuliya sono stati volontari presso la struttura per anni, donando amore, tempo e sorrisi.
“Credo fosse il lontano 2008 quando conobbi Gaia ad un evento di una danza Odissi (credo di ricordare..) vicino a Padova.
Io ero da oltre un anno “emigrato” da solo in India (a Delhi) per cambiare la mia vita personale e lavorativa ed ero, anche se agli inizi, subito molto soddisfatto e convinto della mia scelta.
Vivendo e lavorando in questo enorme paese ero però venuto subito a contatto con la sua realtà di forti contrasti e a conoscenza di storie anche terribili di povertà e sofferenza, oltre che maltrattamenti e abusi, soprattutto nei confronti dei più deboli, bambini in primis.
Ecco che la conoscenza di Gaia, che poi avrei conosciuto ancora meglio, e del suo progetto Mancikalalu, appena incominciato, mi ha dato l’occasione di poter fare qualcosa di più mirato e concreto in questa direzione. Senza la paura di vanificare o sperperare il mio aiuto; questa onlus di piccole dimensioni e con una cerchia ristretta di ragazzi molto giovani ma già molto coscienziosi ed impegnati, era l’ideale per indirizzare tutti gli sforzi dei donatori.
Da quel giorno sono passati molti anni ma l’impegno, la correttezza e le finalità della Onlus non sono assolutamente cambiate anche se sono cambiati alcuni dei collaboratori; sempre coordinati dalla incredibile fermezza e coerenza di Gaia, (alla quale si è affiancata la altrettanto caparbia e capace Tania) nonostante molte difficoltà che si sono presentate via via.
Grazie quindi a Mancikalalu e a tutto il suo staff, per dare a tutti noi la possibilità di contribuire, seppur con i nostri limiti, per migliorare il futuro di questi ragazzi che altrimenti farebbero molta fatica a realizzarsi o ad emergere dalla malattia e/o miseria dove sono incolpevolmente nati.
Namaste Carlo.”